martedì 1 aprile 2025

Fermi, Webb, gli alieni e... la politica oggi

Nel 1950 Enrico Fermi trovandosi a parlare di civiltà extraterrestri con altri fisici a Los Alamos a un certo punto sbottò con la domanda: "Where is everybody?" (domanda nota come paradosso di Fermi).
In sostanza, Fermi non riusciva a concepire che eventuale vita extraterrestre (soprattutto se tecnologicamente avanzata nel senso "terrestre" dell'espressione all'epoca) non fosse ancora stata scoperta, o almeno di non averne trovato indizi.
Secondo Fermi poteva esistere vita extraterrestre in senso biologico, ma non civiltà extraterrestri in senso tecnologico.

Nel 2002 (testo aggiornato con una revisione nel 2015, edizione che posseggo io) il fisico britannico Stephen Webb scrisse un libro con 75 possibili risposte alla domanda di Fermi (in realtà 74: la settantacinquesima è la spiegazione del fatto che non c'è ancora una vera risposta): "If the Universe is Teeming with Aliens... Where is Everybody?".
Risposte in parte ironiche e in parte serie, ma tutte comunque basate su scienza e logica, si tratta di un libro "leggero", ma non banale, non umoristico. Un libro leggero nello stile, nell'apparenza, ma tutto sommato pesante (nel senso positivo del termine) nella sostanza.

La prima delle 75 risposte mi ha riportato alla politica odierna e a una persona che sta cercando di riportarla indietro di decenni, se non di secoli: Viktor Orbán, il "boss" dell'Ungheria odierna.
Perché?

La prima delle 75 risposte ha come intestazione: Solution 1 They are here and they call themselves Hungarians 😁
Ma anche la seconda è collegata: Solution 2 They are here and they call themselves Politicians.

Saluti,

Mauro.

domenica 30 marzo 2025

Guerra, violenza, pace e giustizia

La maggioranza di noi ama la pace, pochi - anche tra quelli che consideriamo stronzi - amano la guerra, la violenza.
Le brave persone vogliono la pace e non vogliono violenza.
Le cattive persone cercano generalmente di raggiungere i propri malevoli obiettivi senza violenza.
Pochi amano la violenza (e di conseguenza la guerra) in sé.

Però...

Però molti purtroppo non capiscono cosa significhi veramente pace.
E credono che l'assenza di violenza, l'assenza di guerra sia in sé pace.

NO!

Chi lo crede o è un idiota o è in malafede.

La pace si basa sulla giustizia, non sull'assenza di violenza.
Una pace ingiusta è guerra. Magari non ancora sul campo, ma è già guerra. Solo, al limite, posticipata.

Pensateci, prima di chiedere all'Ucraina di trattare, di cedere.

Saluti,

Mauro.

sabato 29 marzo 2025

Riscopriamo la geografia.

Purtroppo la scuola sta, quasi ovunque, abdicando al suo ruolo di insegnare a pensare, a capire, a ragionare.
Perché è questo il primo ruolo della scuola. Non inculcare nozioni (che sono sì necessarie, chi lo nega non sa cosa dice, ma lo sono se funzionali a quanto scritto nel capoverso iniziale di questo articolo, non in sé stesse).

Ovviamente le due materie fondamentali e imprescindibili sono la lingua (quindi italiano in Italia, tedesco in Germania, francese in Francia, eccetera) e la matematica.
Su questo non ci piove, qui sto solo scoprendo l'acqua calda.

Però c'è una terza materia che a mio parere è assolutamente fondamentale, ma che è sempre meno considerata, sempre più picconata.
La geografia.

Adesso molti di voi strabuzzeranno gli occhi, diranno: "Cosa ha di fondamentale sapere qual è la capitale dell'Uganda o quanti abitanti ha la Bolivia?".
E mettendola così avreste anche ragione. Peccato che non stiate parlando di geografia. Almeno non della vera geografia.

Geografia è prima di tutto saper leggere e capire una carta geografica.
Se lo sapete fare riuscirete a capire perché una determinata regione, un determinato paese, un determinato continente ha avuto la storia che ha avuto, capirete la sua economia, i suoi rapporti internazionali (o anche intranazionali), le sue guerre prima ancora di studiare storia, economia, politica, eccetera.

Un esempio banale? La Germania.
Guardate la sua posizione (sia prima come Prussia che poi come Germania) in Europa, i suoi confini (o non confini) naturali e capirete molto della sua storia prima ancora di studiarla, nazismo compreso.
E cito la Germania perché è l'esempio più palese qui in Europa, dove vivo, ma in realtà è solo uno dei tanti esempi, nulla di poi così speciale.

Rifletteteci.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 26 marzo 2025

Le colpe di Mercatore

Tutti sappiamo delle mire di Trump sulla Groenlandia.
Ma da quanto ho ascoltato oggi in radio il problema potrebbe non essere Trump, bensì Gerhard Kremer, conosciuto da noi italiani come Mercatore.
Infatti fonti vicine al POTUS (per inciso: una sigla che sembra il nome di un ippopotamo) dicono che Trump sia affascinato dalle enormi dimensioni della Groenlandia.
Dimensioni però amplificate dalla proiezione di Mercatore, usata da quasi tutti gli atlanti e carte geografiche. Anche digitali.
In questa proiezione la Groenlandia sembra grande quanto tutta l'Africa, mentre in realtà è circa quindici volte più piccola.
Trump è ingannato da questa proiezione.
Ma onestamente non solo lui.
Anche la maggioranza di noi comuni mortali. Solo che noi, o almeno molti di noi, ci rendiamo conto di essere ingannati quando poi leggiamo le dimensioni espresse in numeri. Trump, a quanto pare, no.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 19 marzo 2025

Il "piccolo" problema col digitale

Da ormai un paio di lustri, forse anche di più, sembra che la digitalizzazione (spesso confusa con l'informatizzazione, che è sua stretta parente ma non è la stessa cosa, sappiatelo) sia la cura di ogni male, la panacea di ogni economia.

E si dimenticano prodotti e processi.

Signori miei, il digitale non serve a nulla, anzi non è nulla, se non c'è sotto/dietro/intorno qualcosa di concreto su cui impiantarlo.
E questo qualcosa di concreto sono prodotti e processi.

Esempio banale: le auto.
Tutte le case automobilistiche oggi parlano di digitalizzazione... ma se prima le auto non le progetti concretamente, come oggetti materiali, di metallo e plastica, oggetti "hardware" (e per farlo ti servono prodotti e processi, che sono la versione odierna del sangue, sudore e lacrime di churchilliana memoria)... cosa digitalizzi?
Le ruote, il motore sono fondamentali. L'elettronica lo sembra, ma viene dopo. Sono le ruote e il motore che ti muovono l'auto. Senza di loro l'elettronica è solo un soprammobile.

E vale per ogni cosa, non solo per le auto.
Vale anche, per esempio, per la burocrazia: se prima non hai una struttura concreta, basata su processi funzionali, ben pianificati... non conta niente se questa burocrazia sia digitale o cartacea. Funzionerà male comunque.

Saluti,

Mauro.

martedì 18 marzo 2025

Un telegramma dalla Guerra Fredda

Scommetto che nessuno di voi ha mai sentito parlare di George Frost Kennan.
Eppure potrebbe aiutarci a capire qualcosa dell'attuale situazione, pur essendo morto vent'anni fa.
Prima di andare avanti spieghiamo chi fu: funzionario con incarichi diversi del Dipartimento di Stato degli USA, poi ambasciatore in Unione Sovietica e in Jugoslavia.
Quindi non proprio una figura trascurabile nella politica USA del secondo dopoguerra.

Ma, al di là delle cariche ufficiali ricoperte, fu uno dei principali ispiratori della cosiddetta "dottrina Truman", cioè del contenimento dell'URSS.
Soprattutto divenne famoso il suo cosiddetto long telegram (un telegramma di 5000 parole!) che scrisse nel febbraio 1946 da incaricato d'affari presso l'ambasciata USA di Mosca dopo un discorso tenuto da Stalin al Bol'šoj.
Telegramma che contiene quell'aiuto di cui parlavo all'inizio.

Perché questo telegramma può aiutarci?
Il contenuto principale del telegramma è il classico anticomunismo dell'epoca, ma non è questo che ci interessa qui, qualsiasi cosa possiamo pensare del comunismo e dell'URSS.
Quello che ci può aiutare è un'altra cosa.
Sono due passaggi che descrivono perfettamente l'atteggiamento di Putin, 6 anni prima che nascesse e 53 anni prima che prendesse il potere a Mosca.

Il primo dei due passaggi recita: "...at the bottom of the Kremlin's view of world affairs is a traditional and instinctive Russian sense of insecurity".
Il secondo passaggio aggiunge che l'autorità dei precedenti governanti russi era "archaic in form, fragile and artificial in its psychological foundations, unable to stand comparison or contact with political systems of western countries".

Kennan parla di Stalin (e nel secondo passaggio lo mette in linea con gli zar).
Ma questo è anche Putin. 100% Putin. Quasi 80 anni dopo.

Cosa ci dice questo?
Che siamo noi, con le nostre remore, a far forti Putin e la Russia.
È di questo che dobbiamo renderci conto.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Se volete leggere tutto il telegramma in originale, lo trovate qui.

sabato 15 marzo 2025

I misteri del tedesco 34 - Mani e scarpe

Oggi non vi parlerò di chissà quale espressione misteriosa, ma di un parola che ha una sua logica e che io trovo molto simpatica.

Cioè la parola tedesca per guanto.
E come si dice guanto in tedesco?
Si dice Handschuh, che tradotto letteralmente sarebbe scarpa per la mano (Schuh=scarpa e Hand=mano).

Se ci pensate bene la definizione ha una sua logica: il guanto protegge la mano come la scarpa protegge il piede.

L'origine della parola è autoesplicativa, non servono chissà quali ricerche filologiche ed etimologiche.
Come parola a sé stante è certificata a partire dal 9° secolo nelle forme Hantschouch (alto tedesco medio, Mittelhochdeutsch) e Hantscuoh (alto tedesco antico, Althochdeutsch).

Saluti,

Mauro.